Orietta
Berti
nasce
artisticamente
nel
1961
quando,
dopo
una
lunga
gavetta
fatta
di
studio
ed
esibizioni
in
vari
locali
dell’Emilia,
partecipa
alla
prima
manifestazione
canora
ufficiale,
“Il
disco
d’oro”,
indetta
dall’ENAL
di
Reggio
Emilia.
Gareggia
in
compagnia
di
altri
due
debuttanti,
ugualmente
destinati
ad
un
grande
successo:
Iva
Zanicchi
e
Gianni
Morandi.
La
sua
interpretazione
de
“Il
cielo
in
una
stanza”
(brano
lanciato
l’anno
prima
da
Mina),
le
fa
conquistare
un
premio
speciale.
Durante
le
varie
serate,
si
alternano
tra
pubblico
e
giuria
parecchi
autori
e
discografici,
tra
i
quali
Giorgio
Calabrese
che,
rimasto
estasiato
dalla
splendida
voce
di
Orietta,
la
propone
alla
Karim
(una
piccola
etichetta
milanese
che
ha
lanciato
tra
gli
altri
Fabrizio
De
André)
per
alcuni
provini.
La
Berti
incide
una
serie
di
brani
sudamericani
in
voga
in
quel
periodo,
come
“Franqueza”
e
“Triste
deception”,
ma
è
proprio
con
un
pezzo
di
Calabrese
che
viene
stampato,
nel
febbraio
del
1962,
il
suo
primo
45
giri:
“Non
ci
sarò”.
Questo
disco,
edito
in
poche
migliaia
di
copie,
sembra
che
non
sia
mai
stato
distribuito
ufficialmente,
così
come
il
secondo
singolo
“Se
non
avessi
più”,
dello
stesso
anno.
Dopo
questa
deludente
esperienza,
sempre
tramite
Giorgio
Calabrese,
Orietta
ottiene
un
contratto
con
la
multinazionale
tedesca
“Phonogram”
la
quale,
su
etichetta
“Polydor”,
pubblica
nel
1963
il
45
giri
con
“Serenata
suburbana”
e
“I
nostri
momenti”.
Nonostante
lo
scarso
riscontro
commerciale,
il
disco
viene
spesso
diffuso
radiofonicamente
permettendo
così
alla
melodiosa
voce
di
Orietta
di
entrare
pian
piano
nelle
case
della
gente.
Nei
primi
mesi
del
1964,
la
“Phonogram”
decide
di
affidare
alla
Berti
la
versione
italiana
di
“Dominique”,
brano
di
Jeanine
Dekers
una
suora
belga
che
si
cela
sotto
lo
pseudonimo
di
Soeur
Sourire
(Suor
Sorriso),
col
quale
ha
già
spopolato
in
gran
parte
del
mondo
ma
non
in
Italia.
La
pubblicazione
di
questo
nuovo
disco
apre
ad
Orietta
le
porte
della
tv:
la
canzone
viene
infatti
lanciata
durante
una
trasmissione
televisiva
RAI
dedicata
alla
Pasqua.
Grazie
anche
ad
un
discreto
riscontro
popolare,
la
notorietà
di
Orietta
è
in
una
fase
tale
da
spingere
Silvio
Gigli
ad
includerla
come
ospite
fissa
nella
sua
popolare
trasmissione
radiofonica
“Sorella
radio”.
In
estate
esce
il
singolo
contenente
“Tutto
è
finito
fra
noi”
e
“Vai
Bobby,
vai”
(cover
di
“Run
Bobby,
run”),
brano
quest’ultimo
con
il
quale
partecipa
alla
manifestazione
canora
“Notturno
al
lido
di
Venezia”
e,
tra
le
altre,
al
“Festival
di
Pesaro”.
In
autunno
la
“Phonogram”
mette
in
commercio
il
terzo
45
giri
dell’anno
con
“Perdendoti”
(traduzione
di
“Losing
you”,
brano
noto
nell’interpretazione
di
Brenda
Lee)
e
“Scorderai”
(cover
di
“Stay
awhyle”
lanciata
in
America
da
Dusty
Springfield).
L’anno
seguente,
il
crescente
successo
di
questa
ragazza,
che
nel
frattempo
è
stata
soprannominata
“la
cantante
della
dolcezza”,
spinge
la
“Phonogram”
ad
includerla
tra
i
partecipanti
alla
manifestazione
radiofonica
“Un
disco
per
l’estate”
con
un
brano
di
Alberto
Anelli
dal
titolo
“Tu
sei
quello”.
Orietta
supera
brillantemente
tutte
le
eliminatorie
vincendo
a
pieno
titolo
la
gara.
Da
questo
momento
la
sua
carriera
non
conosce
più
confini:
nell’autunno
dello
stesso
anno
partecipa
al
“Festival
delle
rose”
con
“E’
troppo
facile”
(mai
pubblicato
su
disco)
e
un
altro
brano
di
Anelli
“Voglio
dirti
grazie”
con
il
quale
vince
la
manifestazione.
Pubblica
un
intero
33
giri
(il
primo
della
sua
discografia)
con
le
canzoni
di
Suor
Sorriso.
Il
1966
si
apre
con
la
sua
prima
partecipazione
al
“Festival
di
Sanremo”
nel
quale,
inizialmente,
avrebbe
dovuto
presentare
il
brano
di
Umberto
Bindi
“Non
ti
scorderò”,
sostituito
poi
con
la
splendida
“Io
ti
darò
di
più”
di
Memo
Remigi.
Poiché
in
quel
periodo
al
festival
ogni
brano
veniva
proposto
da
due
interpreti
non
necessariamente
appartenenti
alla
stessa
scuderia
discografica,
la
Berti
si
trova
a
dover
condividere
il
suo
pezzo
con
la
ben
più
nota
collega
Ornella
Vanoni.
Le
due
donne
si
classificano
prime
nell’eliminatoria
e
seste
nella
serata
finale.
Al
“Disco
per
l’estate”
partecipa
con
un
brano
di
Pallavicini
dedicato
agli
emigranti,
dal
titolo
“Quando
la
prima
stella”
che
purtroppo,
però,
non
accede
alla
finale.
Questa
sconfitta
non
le
nuoce
minimamente,
tanto
che,
subito
dopo,
vince
il
“Festival
di
Lugano”
con
la
splendida
“Ritorna
con
il
sole”.
Prende
parte
a
numerose
puntate
dello
spettacolo
televisivo
“Settevoci”
condotto
da
Pippo
Baudo,
aggiudicandosi
il
titolo
di
rivelazione
dell’anno.
In
autunno
è
tra
i
partecipanti
di
“Scala
reale”
nella
squadra
capitanata
da
Little
Tony,
nella
quale
interpreta
“Tu
sei
quello”
in
una
versione
diversa
dalla
stessa
edita
su
disco.
Il
1967
si
apre
con
la
seconda
partecipazione
a
Sanremo,
che
però,
oltre
che
per
il
grande
successo
personale,
sarà
ricordata
dalla
stessa
Orietta
per
il
fatto
che
il
suo
brano
“Io,
tu
e
le
rose”
(interpretato
anche
dai
Compagnons
de
la
chanson)
sarebbe
stato
citato
in
un
fantomatico
biglietto
lasciato
dal
cantautore
Luigi
Tenco
suicidatosi
(secondo
la
tesi
ritenuta,
ad
oggi,
ufficiale)
durante
il
festival.
Nonostante
ciò,
la
canzone
di
Orietta
si
classifica
quinta,
vince
i
referendum
popolari
di
due
importanti
settimanali,
“Oggi”
e
“Tv
sorrisi
e
canzoni”
e
conquista
la
“Medaglia
d’oro
di
TV
Illustrazione”
quale
brano
più
votato
di
“Sanremo
‘67”.
In
estate
partecipa
nuovamente
al
“Disco
per
l’estate”
con
la
splendida
e
struggente
“Solo
tu”
(8°
posto)
composta
per
lei
da
Federico
Monti
Arduini,
musicista
noto
con
il
nome
de
“Il
guardiano
del
faro”.
Dopo
la
pubblicazione
del
suo
terzo
album
composto
da
cover
ed
inediti
che
ha
per
titolo
semplicemente
“Orietta
Berti”,
in
autunno
partecipa
per
la
seconda
volta
al
“Festival
delle
rose”
ancora
con
un
pezzo
firmato
da
Monti
Arduini:
“Io
potrei”,
nel
quale
Orietta
tira
fuori
una
grinta
non
comune,
classificandosi
nella
prima
serata
al
secondo
posto.
Subito
dopo
prende
parte
a
“Partitissima”
nella
squadra
di
Claudio
Villa,
interpretando
“Io
tu
e
le
rose”
in
una
versione
arrangiata
per
l’occasione
ed
in
ottobre,
alla
Terrazza
Martini
di
Milano,
riceve
il
suo
primo
Disco
d'oro.
Nel
1968
è
impegnata
nuovamente
in
numerose
manifestazioni
canore
tra
le
quali
il
“Festival
di
Sanremo”
in
cui
interpreta
“Tu
che
non
sorridi
mai”
(eseguita
pure
da
Piergiorgio
Farina)
esclusa
dalla
finale,
“Un
disco
per
l’estate”
dove
la
sua
“Non
illuderti
mai”
(1°
nella
prima
serata)
si
piazza
al
secondo
posto,
il
“Festivalbar”
con
la
medesima
canzone
e
“Canzonissima”,
nella
quale
conquista
il
quarto
posto
con
“Se
m’innamoro
di
un
ragazzo
come
te”
scritta
per
lei
da
Toto
Savio.
Soprattutto
grazie
alle
notevoli
vendite
del
disco
“Non
illuderti
mai”,
intanto,
le
era
stato
consegnato
il
secondo
Disco
d’oro.
All’inverno
1968
risale
anche
la
prima
esperienza
cinematografica
di
Orietta:
sull’onda
del
successo
della
sigla
di
“Canzonissima”,
è
chiamata
ad
interpretare
il
ruolo
di
Suor
Teresa
nel
film
“Zum,
zum,
zum”
ed
in
una
scena
canta
l’intero
brano
“Dominique”.
Nel
frattempo
la
Polydor
pubblica
il
33
giri
“Dolcemente”,
una
raccolta
di
successi
contenente
gli
inediti
“Io
e
te”
e
“Volano
le
rondini”.
L’anno
successivo
torna
a
“Sanremo”
(10°
posto)
dove
però
la
sua
partecipazione
al
festival
sarà
ricordata
più
per
l’abito
che
indossa
che
per
il
brano
che
canta,
la
splendida
“Quando
l’amore
diventa
poesia”
(con
la
seconda
esecuzione
di
Massimo
Ranieri).
Disegnato
dalla
stilista
Mila
Schön,
il
vestito
lascia
a
bocca
aperta
il
pubblico
poiché
la
fantasia
a
strisce
nere,
bianche
e
gialle,
alla
tv
in
bianco
e
nero,
ha
una
resa
decisamente
infelice!
L’eco
è
tale
che,
nella
popolare
trasmissione
“Doppia
coppia”,
il
grandissimo
Alighiero
Noschese
ne
fa
una
parodia
straordinaria
imitando
la
cantante
indossando
un
abito
uguale!
In
estate
la
sua
nuova
canzone
“L’altalena”
viene
presentata
a
“Un
disco
per
l’estate”,
nel
quale
si
classifica
terza,
e
al
“Festivalbar”.
A
fine
stagione
riprende
il
ruolo
di
Suor
Teresa
per
il
film
"Zum,
zum,
zum
n.
2",
nel
quale
interpreta
"Ogni
strada".
Torna
a
“Canzonissima”
sbaragliando
tutte
le
colleghe
e
rimanendo,
nella finalissima, l’unica donna in gara con “Una bambola blu”.
Il
successo
di
Orietta
è
ormai
inarrestabile
e,
nel
febbraio
del
’70,
per
la
quinta
volta
consecutiva
torna
a
“Sanremo”
presentando
un
valzer
di
Pace
e
Panzeri
(autori
che
hanno
firmato
i
suoi
più
grandi
successi)
dal
titolo
“Tipitipitì”
(8°
posto).
Subito
dopo
il
festival,
esce
il
suo
quinto
33
giri
che
comprende
una
raccolta
dei
più
recenti
brani
pubblicati
su
45
giri,
più
l’inedita
“Cento
secoli”.
Conquista
il
terzo
posto
al
“Disco
per
l’estate”
con
quella
che
sarà
un
po’
la
colonna
sonora
della
sua
carriera
“Fin
che
la
barca
va”.
Il
testo
del
pezzo
scomoda
non
pochi
critici
e
giornalisti,
che
l’accusano
di
essere
addirittura
una
qualunquista.
A
luglio
è
protagonista
assoluta
di
uno
spettacolo
televisivo
Rai
titolato
“La
cugina
Orietta”
nel
quale,
oltre
a
cantare
le
sue
canzoni
più
note,
si
cimenta
in
fantasie
di
brani
internazionali
e
d’operetta,
ospitando
tra
l’altro
grandi
personaggi
dello
spettacolo
come
Erminio
Macario,
Françoise
Hardy,
Caterina
Caselli
e
molti
altri.
A
“Canzonissima”
porta
in
finale
l’allegra
“Ah,
l’amore
che
cos’è”
abbinata
nel
45
giri
a
“Ma
ti
penso
sai”,
sigla
della
trasmissione
di
Radio
Montecarlo
“Pensando
a
te”.
Nel
1971,
a
causa
di
una
controversia
tra
l’organizzazione
del
“Festival
di
Sanremo”
e
la
Phonogram
(la
quale
ritira
dalla
gara
tutti
i
cantanti
appartenenti
alla
propria
scuderia),
Orietta
si
vede
costretta
a
cedere
il
suo
brano”
L’ora
giusta”
a
due
debuttanti
che
malauguratamente
non
accedono
neanche
alla
finale.
Qualche
tempo
dopo,
la
Polydor
pubblica
ugualmente
il
disco
con
il
brano
nella
versione
della
Berti
che,
ottenuto
un
buon
riscontro
commerciale,
fa
da
traino
al
sesto
33
giri
della
cantante
intitolato
“Orietta”
e
contenente
canzoni
recenti
e
note
del
suo
repertorio.
In
primavera
prende
nuovamente
parte
al
“Disco
per
l’estate”,
dove
porta
in
finale
“Via
dei
ciclamini”,
un
brano
apparentemente
facile
ma
che
tratta
in
realtà
il
tema
della
prostituzione.
Dalle
mani
di
Paolo
Villaggio
riceve
ancora
un
Disco
d’oro,
il
terzo
della
sua
carriera.
Alla
“Mostra
internazionale
di
musica
leggera
di
Venezia”,
Orietta
si
presenta
con
un
bellissimo
brano
di
Lorenzo
Pilat
dal
titolo
“Ritorna
amore”
che,
nonostante
si
discosti
notevolmente
dal
repertorio
"leggero"
degli
ultimi
anni,
riscuote
un
ottimo
successo.
In
autunno
è
tra
i
protagonisti
di
“Canzonissima
‘71”,
presentata
ancora
una
volta
dall’accoppiata
Corrado-Carrà.
Nelle
semifinali
interpreta
la
citata
“Ritorna
amore”
ed
una
personalissima
versione
di
“Alla
fine
della
strada”,
brano
che
avrebbe
dovuto
presentare
a
“Sanremo
‘69”,
sostituita
poi
con
“Quando
l’amore
diventa
poesia”.
Il
pezzo
viene
pubblicato
come
retro
del
singolo
“Città
verde”,
canzone
con
la
quale
Orietta
conquista
la
finalissima
di
questa
edizione
di
“Canzonissima”.
Il
1972
si
apre
per
Orietta
con
un’amara
delusione:
il
suo
pezzo
“Stasera
ti
dico
di
no”
viene
infatti
scartato
dalla
commissione
selezionatrice
del
XXII°
festival
di
Sanremo
in
quanto
giudicato
di
fattura
ormai
superata.
Ma
la
rivincita
è
alle
porte:
inclusa
tra
i
partecipanti
al
“Disco
per
l’estate”,
la
stessa
canzone
conquista
il
2°
premio
nella
finalissima,
sbaragliando
così
tutte
le
altre
colleghe
in
gara!
Di
nuovo
presente
alla
“Mostra
internazionale
di
musica
leggera
di
Venezia”,
interpreta
uno
dei
brani
più
belli
della
sua
intera
produzione
discografica:
“Ancora
un
po’
con
sentimento”.
Il
pezzo
viene
messo
in
commercio
abbinato
a
“Per
scommessa”,
che
tratta
lo
scottante
ed
attuale
tema
della
“donna-oggetto”.
Esce
sul
mercato
“Più
italiane
di
me”,
un
album
con
canzoni
folk
della
tradizione
italiana
del
‘700,
che
rimane
a
tutt’oggi
il
suo
33
giri
più
venduto.
Nell’edizione
19723
di
“Canzonissima”
(condotta
questa
volta
da
Pippo
Baudo
e
Loretta
Goggi),
Orietta
presenta
una
sua
versione
di
“Eternamente”,
classico
internazionale
su
musica
del
grande
Charlie
Chaplin,
“Ancora
un
po’
con
sentimento”
ed
in
finale
“E
lui
pescava”,
un
brano
che
la
stessa
Berti
non
ha
mai
amato,
il
cui
titolo
è
la
metafora
del
tradimento.
L’anno
successivo
vede
Orietta
impegnatissima
in
una
serie
di
concerti
all’estero
come
Giappone
e
Stati
Uniti;
qui,
tra
l'altro,
si
esibisce
al
Madison
Square
Garden
di
New
York.
Registra
per
la
tv
lo
special
“Stasera
ti
dico
di
no”
nel
quale,
oltre
ad
interpretare
i
suoi
più
grandi
successi,
racconta
le
varie
fasi
della
propria
carriera
e
vita
di
donna
comune.
Come
di
consueto,
partecipa
al
“Disco
per
l’estate”
con
“La
ballata
del
mondo”
che,
purtroppo,
non
accede
alla
finale
e
prende
parte
ad
una
puntata
di
“Senza
rete”,
nella
quale
ci
regala
una
splendida
versione
dal
vivo
di
“Ancora
un
po’
con
sentimento”.
La
Polydor
pubblica
l’album
“Cantatele
con
me”,
ricco
anch’esso,
come
il
precedente,
di
canti
popolari
italiani.
Dopo
l’estate,
prende
parte
alla
nuova
edizione
di
“Canzonissima”
(presentata
da
Pippo
Baudo
e
Mita
Medici),
che
per
la
prima
volta
nella
storia
della
tv
viene
trasmessa
la
domenica
pomeriggio.
In
semifinale
porta
“Quando
l’amore
diventa
poesia”
e
“Ancora
un
po’
con
sentimento”;
registra
il
provino
di
“Alle
porte
del
sole”
in
lizza
per
la
finale,
brano
affidato
invece
a
Gigliola
Cinquetti,
che
vincerà
la
manifestazione
a
pieni
voti.
Orietta,
con
la
sua
“Noi
due
insieme”,
conquista
un
onorevole
quarto
posto
che
la
lascia
comunque
amareggiata.
Nel
1974,
dopo
ben
quattro
anni
di
assenza,
torna
a
“Sanremo”
con
la
bellissima
“Occhi
rossi
(tramonto
d’amore)”.
Pur
conquistando
il
terzo
posto
dietro
alla
Zanicchi
(che
vince
l’edizione
con
“Ciao
cara,
come
stai?”)
e
a
Modugno,
non
sale
sul
podio
perché
in
questa
edizione,
dopo
il
primo
classificato,
vengono
considerati
tutti
secondi
a
pari
merito!
Purtroppo,
così,
l’unico
piazzamento
“d’onore”
ottenuto
da
Orietta
al
“Festival
di
Sanremo”
rimane
nell’ombra.
In
autunno,
dopo
la
pubblicazione
dell’album
“Così
come
le
canto”
(ultimo
della
fortunata
trilogia
folk),
partecipa
alla
“Gondola
d’oro
di
Venezia”
con
“La
moglie
fedele”
e
“La
bella
giardiniera
tradita
nell’amor”,
quest'ultima
presentata
anche
alle
semifinali
di
“Canzonissima
‘74”.
In
questa
manifestazione
(la
cui
edizione
a
causa
di
alcuni
problemi
legati
a
votazioni
truccate,
concluderà
la
serie)
arriva
in
finale
con
un
bellissimo
brano
che
sostituisce
all’ultimo
momento
“Vita
della
vita
mia”,
dal
titolo
“Il
ritmo
della
pioggia”.
Il
1975
per
Orietta
si
rivela
un
anno
magico:
riesce
finalmente
a
portare
a
termine
la
sua
prima
gravidanza
diventando,
il
3
agosto,
mamma
di
un
bimbo
che
chiama
Omar.
Produce
l’album
“Eppure...
ti
amo”,
ricco
di
splendidi
best-sellers
internazionali
rivisitati
in
chiave
melodica,
tra
i
quali
“Foglie
morte”,
“Ieri
sì”
e
la
splendida
“Eternamente”
(dal
film
"Luci
della
ribalta"
di
Charlie
Chaplin).
Con
“Eppure
ti
amo”,
partecipa
ancora
una
volta
a
“Un
disco
per
l’estate”,
unica
manifestazione
che
la
vede
in
gara
poco
prima
di
partorire.
L’anno
successivo,
Orietta
è
impegnata
nella
realizzazione
di
uno
dei
dischi
più
belli
della
sua
intera
produzione
discografica:
“Zingari...”
.
Frutto
di
faticose
ricerche
sia
storiche
che
musicali,
rimane
a
tutt’oggi
una
delle
migliori
performance
artistico-culturali
della
discografia
italiana.
Orietta
interpreta
le
canzoni
con
una
intensità
emotiva
non
comune,
fondendo
il
testo
con
la
melodia
e
riuscendo
a
non
far
perdere
all’ascoltatore
il
contatto
con
il
vero
significato
del
brano,
così
come
nel
caso
de
“Il
canto
del
sudore”
o
“Mamma
di
un
angelo”,
quest’ultima
quasi
un’autobiografia
degli
anni
passati.
Nel
1977
Orietta
prende
parte
al
film
“I
nuovi
mostri”
girando,
per
la
regia
di
Ettore
Scola,
l’episodio
“L’uccellino
della
Val
Padana”
insieme
ad
Ugo
Tognazzi.
Quasi
contemporaneamente,
la
Polydor
pubblica
il
45
giri
“La
nostalgia”,
brano
che
la
Berti
esegue
all’inizio
del
sopra
citato
film.
L’anno
dopo
Orietta
è
impegnata
principalmente
in
spettacoli
dal
vivo
all’estero,
che
la
portano
dalla
Russia
al
Canada
fino
al
Giappone,
tenendola
lontana
non
poco
dal
suo
amato
pubblico
italiano.
Nonostante
ciò,
non
manca
all’appuntamento
annuale
riguardante
la
pubblicazione
di
un
nuovo
singolo
che
presenta
per
l’occasione
a
“Domenica
in...”.
Prende
parte
inoltre al film di Giancarlo Santi “Quando c’era Lui... caro Lei!”, una parodia sul fascismo con Paolo
Dal
1979
al
1983,
Orietta
si
dedica
alla
realizzazione
di
una
serie
di
dischi
per
bambini,
partendo
dalla
colonna
sonora
della
serie
televisiva
“Barbapapà”
interpretata
in
coppia
con
Claudio
Lippi,
continuando
con
“La
balena”
(sigla
di
“Fuori
due”
abbinato
alla
Lotteria
Italia),
fino
a
“La
barca
non
va
più”
presentata
al
“Festival
di
Sanremo”
’81,
clamorosamente
tra
le
“nuove
proposte”.
La
scelta
di
questo
repertorio
coincide
con
la
seconda
gravidanza
di
Orietta
che,
a
febbraio
del
1980,
diventa
nuovamente
mamma
di
un
altro
maschietto
chiamato
Otis,
in
onore
del
grande
musicista
jazz
Otis
Redding
che
Orietta
ha
sempre
ammirato.
A
febbraio
del
1982,
torna
a
Sanremo
con
delle
bambine
vestite
da
majorette
al
seguito,
inspiegabilmente
ancora
tra
le
“nuove
proposte”
nella
cui
sezione
le
fa
compagnia
il
grande
Claudio
Villa:
presenta
“America
in”
(ultimo
firmato
dal
duo
Pace),
brano
poco
consono
alle
mode
musicali
del
periodo,
che
non
accede
alla
finale.
Conclude
la
parentesi
di
canzoni
dedicate
al
mondo
dell’infanzia
“Tagliatelle”,
che
fa
da
sigla
ad
una
rubrica
di
cucina
all’interno
di
“Domenica
in...”.
Diventata
produttrice
di
se
stessa,
nell’autunno
del
1984
torna
alla
grande
in
tv
partecipando
alla
trasmissione
televisiva
“Premiatissima
‘84”
in
onda
su
“Canale
5”,
nella
quale
interpreta
sei
brani
tratti
dal
repertorio
di
altri
artisti
tra
i
quali
“Se
stasera
sono
qui”
di
Tenco
e
“Io
che
amo
solo
te”
di
Endrigo.
A
fine
anno
esce
per
la
Ricordi
il
33
giri
“Le
mie
nuove
canzoni”
contenente
otto
brani
inediti
composti
da
Umberto
Balsamo
e
che
segnano
l’inizio
di
una
fortunata
collaborazione
artistica
tra
lei
e
il
cantautore
siciliano.
L’anno
successivo
vede
Orietta
impegnata
in
diverse
partecipazioni
televisive
atte
principalmente
a
promuovere
il
nuovo
lp.
Con
l’avvicinarsi
del
“Festival
di
Sanremo”,
a
gennaio
1986
vengono
resi
pubblici
i
nomi
dei
partecipanti,
della
cui
rosa
fa
parte
a
sorpresa
anche
Orietta
che
porta
in
gara
uno
splendido
brano
di
Balsamo
e
Raggi
dal
titolo
“Futuro”,
un
talismano
per
la
paura
della
guerra
che
aleggia
in
quel
periodo.
Con
i
voti-cartoline
del
Totip,
la
Berti
si
piazza
al
sesto
posto,
sbaragliando
artisti
del
calibro
di
Loredana
Berté
e
Zucchero.
Subito
dopo
il
festival,
esce
nei
negozi
il
nuovo
album
che
porta
il
titolo
del
brano
sanremese
e
contiene
altri
otto
pezzi
inediti
sempre
di
Umberto
Balsamo.
Con
uno
di
essi,
e
precisamente
“Senza
te”,
conquista
il
4°
posto
nella
puntata
finale
di
“Premiatissima
‘86”
e
torna
dopo
parecchi
anni
in
superclassifica.
Nell’88,
viene
annunciata
la
sua
partecipazione
al
“Festival
di
Sanremo”
con
il
brano
“Italia”
ma,
all’ultimo
momento,
la
canzone
viene
affidata
a
Mino
Reitano,
che
ne
fa
una
versione
marcatamente
popolare.
Un
vero
peccato,
perché
la
Berti
avrebbe
dato
alla
canzone
un’impronta
personale,
con
un’interpretazione
intensa
e
raffinata.
La
mancata
promozione
del
pezzo
da
parte
della
Berti
dovuta
a
precedenti
accordi,
induce
la
cantante
ad
agire
legalmente
contro
gli
interessati
così
che
nel
1996,
dopo
aver
vinto
la
causa,
il
danno
le
sarà
risarcito.
Nel
1989,
tenta
nuovamente
la
carta
di
Sanremo
presentando
alle
selezioni
il
brano
“Tarantelle”,
una
denuncia
contro
le
magagne
dei
politici
di
turno.
Il
testo
viene
giudicato
dalla
commissione
selezionatrice
troppo
provocatorio,
per
cui
le
viene
chiesto
di
modificarlo.
Orietta,
piuttosto
che
far
perdere
alla
canzone
il
vero
significato,
preferisce
rinunciare
al
festival
inserendo
il
brano
in
versione
originale
nel
nuovo
album
autunnale
“Io come donna”, che chiude la fortunata collaborazione con Balsamo.
Villaggio,
nel
quale
interpreta
nientemeno
che
donna
Rachele
Mussolini!
Per
Rai2
registra
una
puntata
del
programma
“Come
mai-
Speciale”
dal
titolo
"Incontri
ravvicinati
a
Piumazzo,
provincia
di
Modena"
in
cui
interpreta
il
ruolo
di
una
cantante
melodica
che
viene
assassinata
sul
palco
durante
un’esibizione,
per
mano
di
alcuni
giovani
contestatori.
L'anno
dopo,
la
Polydor
mette
in
commercio
l'album
"Pastelli", una raccolta dei suoi più recenti successi, con l'aggiunta di 3 inediti e una nuova versione de "L'amoroso", già incisa nel 1974.