Ben
LA SOTTILE INNOCENZA
di Luigi Lucido Balestrieri
Contemplo, grazie alla mistica luce della mia lampada di ametista,
lo specchio dell’Amore Universale: rapito fulmineamente dal sacro simbolo,
entro in una dimensione trascendente,
dove percorro un tunnel simigliante a un gran canale uterino,
il qual sbocca sulla riva di un lago incantato.
Le sue tranquille e cristalline acque emettono un suono ipnotizzante.
Di questo luogo ogni cosa mi parla. Ma all’improvviso da un angolo del bosco
un canto ammaliante principia: lentamente mi volto
e vedo adagiarsi sull’altra sponda del lago una donna, la luce dei miei occhi.
E’ lei a cantare, accompagnata da un’orchestra di suoni naturali ed ultraterreni;
la sua ugola è adamantina.
Gentilmente m’avvicino.
Lunga e ondulata è la sua veste,
il cui color lapislazzuli mi ricorda il cielo di una notte estiva con miriadi di stelle.
E’ più che leggiadra: capelli ramati come il lucido metal venusiano;
occhi identici a due gocce di ambra, la più pregiata;
labbra rosse come la rodocrosite, rosa degli Incas;
pelle uguale al quarzo rosa,
la qual emana il delizioso profumo della litsea, il fior degli angeli.
Al ciel alzo le mie verdi pupille, due piccoli frammenti della cangiante fluorite;
le mie mani in atto di preghiera:
Madre e Padre divini donate, or e sempre, alla mia carissima Orietta
tutto il bene esistente nell’infinito Universo!
Dentro e fuor di me adesso c’è solo il silenzio.
Su di lei si posa il mio sguardo ammirato:
accanto a lei la mia vista superiore
percepisce la maestosa presenza della Tara smeraldina,
dispensatrice d’ogni benessere materiale e spirituale,
ed il glorioso Amitayus, dal corpo vermiglio come il sol levante,
elargitore del nettare della lunga vita.
Mi rasserena e rassicura questa mia visione: è in ottime mani!
Ciò che ho scritto non è un mio sogno, una mia fantasia,
bensì il parto del viaggio dell’anima mia verso la mia diletta Orietta.
Ben
Luigi Lucido Balestrieri e Orietta Berti
Lorenzo Ostuni e Luigi Lucido Balestrieri
Ben
COMMENTO AI VERSI
di Lorenzo Ostuni
Un testo sorprendente, inusitato come un antico madrigale persiano o provenzale.
Luigi Lucido Balestrieri dedica ad Orietta Berti un testo poetico che carezza senza blandire,
elogia senza incensare, intenerisce senza edulcorare.
L’autore non s’inibisce davanti alla piena dei suoi sentimenti d’amicizia, non frena
stoltamente le correnti della sua percezione piena, della sua affettività senza affettazione.
Orietta è autenticamente e autonomamente la carissima Orietta, la diletta Orietta.
Il clima del testo dedicato è un clima esoterico e interiorizzante. Scrivere un brano poetico
simile è come progettare romanticamente un gioiello in cui incastonare gemme di curato
taglio e risonante simbologia. Ma sottovoce e mai controvento.
L’insularità e l’isolanità dell’ischitano Luigi addensa immagini e condensa immaginazioni
mai sospettabili: una buona grazia “pithecusana” soffia negli interstizi delle sue parole
segreti sapori di cavalieri e dame d’altra epoca e d’altro spirito. E la cosa non crea
inciampi magnificatorii, né glorie da crocevia. Il sentire è puro.
Il romanticismo ha una sua tenera fierezza gnostica e orfica di
lontanissima ascendenza e spirituale conio. La purezza è un sentimento? In questi versi
restii a ogni alterazione la risposta è sì. La purezza sente se il sentimento non mente. Luigi
sceglie di offrirsi al suo intimo sentire. Il madrigalista è il madrigale fino alla sottile
innocenza della nota cantante, finissima voce di una tradizione dolcemente italiana, ma
perpetuamente rinnovabile come… la luna.
Tutto si può dire di questi versi, tranne che odorino di prevedibilità.
Luigi, apollineo per vocazione, sembra amare la sibillinità del canto e la sublimità della
destinazione, purché la gloria non sfiguri, ma configuri l’anima comunque musa, comunque smeraldina.
Ben
Luigi nasce il 16 dicembre del 1972 ad Ischia, l'isola più grande del golfo di Napoli, e cresce in una frazione
di campagna, dove la nonna Teresa e la madre Maddalena gli trasmettono l'amore per Orietta Berti,
della quale il piccolo Gigi subito s'innamora. Sin dalle scuole elementari, compone poesie,
alcune delle quali pubblicate da una casa editrice di Milano, la quale - per ben due volte - gli consegna
un attestato di merito, uno dei quali assegnatogli dal giornalista Paolo Mosca. Giovanissimo, inizia ad occuparsi
di giornalismo (scrivendo di cronaca e spettacolo), collaborando con giornali e reti televisive locali ed interregionali.
L'ispirazione di fondo di Lucido Balestrieri nasce dal suo intimo bisogno di propiziare l'evoluzione della società
isolana in una direzione che non sia soltanto fondata sui traffici e sull'avidità di denaro,
ma anche sulla conoscenza e coscienza morale. Nel 1994 diventa pubblicista. Successivamente,
studia con vivo interesse la filosofia esoterica orientale ed occidentale al fianco di noti maestri.
Oggi, Luigi è un operatore olistico a tempo pieno; pratica tecniche manuali e psicoenergetiche
per il benessere totale dell'essere umano ed è presidente del Centro umanistico "Algiz".
Continua a creare poesie e a collezionare gemme e cristalli.
Chi è Luigi Lucido Balestrieri