ORIETTABERTI
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ORIETTA SOFISTICATA
A ridosso delle battute finali di “Canzonissima 1973/1974”, la nostra Orietta rilascia, a Mario
Guarino, questa intervista in cui, quasi alla fine, interviene pure il marito Osvaldo Paterlini. Le
bellissime foto che accompagnano l’articolo (pubblicato nel dicembre 1973 sul settimanale
“EVA EXPRESS”), sono opera di Roberto Rocco. I modelli indossati sono di L. Aponte; trucco e
acconciature di Castore e Polluce.
ORIETTA BERTI, PRIMADONNA A CANZONISSIMA
“Per paura, molte cantanti non hanno voluto partecipare alla gara canora della domenica. Spero di piazzarmi seconda”.
Orietta ha ceduto alla tentazione della moda “lucida”. Qui indossa un cardigan rosa e fucsia con un motivo a “zig-zag”, che completa l’abito lungo.
Una tunichetta “lamè” con un motivo a “zig-zag”.
Ogni
anno
viene
fuori,
alla
vigilia
delle
ulti-
me
puntate
di
“Canzonissima”,
la
storia
dei
cantanti
che
si
spediscono
le
cartoline.
Più
volte, è stato fatto anche il suo nome...
“Questa
è
una
cattiveria
messa
in
giro
da
qualche
mia
collega.
Io
non
ho
bisogno
di
ricorrere
a
questi
mezzi,
non
l’ho
mai
fatto
anche
se
le
giurie
interne
di “Canzonissima” mi hanno sempre maltrattata”.
Questo
dei
maltrattamenti
è
un
po’
un
suo
chiodo
fisso.
Ad
esempio,
lei
più
volte
si
è
la-
mentata
anche
della
sua
casa
discografica,
eppure,
dopo
diversi
anni,
incide
sempre
per
la stessa etichetta”.
“Veramente”,
interviene
il
marito
di
Orietta,
Osvaldo
“ora
le
cose
sono
un
po’
cambiate.
Negli
anni
scorsi,
mia
moglie
aveva
tutti
i
buoni
motivi
per
lamentarsi
del
trattamento
che
le
veniva
riservato
da molti dirigenti della casa discografica”.
“E’
così”,
conferma
la
Berti
“le
cose
sono
cambiate.
Ci
sono
nuovi
dirigenti
che
con
me
agi-
scono
diversamente,
tuttavia
sono
ancora
indecisa
se
rompere
il
contratto
in
febbraio
o
rimanere.
Del
resto, non mi mancano altre proposte vantaggiose”.
Cambiando
argomento,
quali
regali
vi
siete
scambiati in occasione dello scorso Natale?
“Osvaldo”,
risponde
la
cantante
“mi
ha
regalato
un
anello,
perchè
quello
che
mi
aveva
dato
in
occa-
sione
del
mio
compleanno,
in
giugno,
l’ho
perso
du-
rante
una
serata
e
per
questo
mio
marito
mi
ha
rimproverata.
C’è
stata
una
grossa
lite
tra
noi,
ma
poi tutto è passato”.
“Orietta”,
dice
Osvaldo
“mi
ha
regalato
un
violi-
no. Io amo gli strumenti musicali, anche se non li
Un due pezzi con blusa “mossa” da “volants”.
suono.
Il
violino,
però,
lo
potrò
avere
solo
tra
alcuni
mesi,
perchè
il
liutaio
che
ce
l’ha
venduto
ci
ha
consigliato
di
affidarlo
a
un
violinista
che
lo
suoni
per
un
certo
periodo
di
tempo,
altrimenti
le
corde
si
deteriore-
rebbero”.
Il
miglior
regalo
che
suo
marito
si
aspetta
nel
‘74,
resta
sempre
questo
figlio che non arriva mai...
Già,
non
arriva
mai
e
nessuno,
quanto
me
e
Osvaldo,
sarebbe
più
felice
di
vederlo
arrivare.
Su
questo
argomento,
sono
state
dette
tante
cose,
ma
è
certo
che
un
figlio
è
l’unica
cosa
che
manca
alla
nostra
felicità.
qualche
settimana
fa,
si
era
detto
che
sta-
vo
per
recarmi
in
Svizzera
dal
ginecologo
di
Sofia
Loren,
il
professor
De
Watteville.
Io
non
avevo
alcun
proposito
di
farlo,
però
l’idea
è
buona
e
non
è
detto
che
dopo
“Canzonissima”
non
mi
rechi
a
fargli
visita”.
Una “rouche” orna lo scollo dell’abito con corpetto in tinta unita e gonna a righe.
Montecchio (ReggioEmilia), dicembre
“Attendo
“Canzonissima”
stando
finalmente
in
cu-
cina
a
preparare
i
miei
piatti
preferiti,
senza
mini-
mamente pensare alla finalissima del 6 gennaio”.
Inguaribilmente
aliena
da
qualsiasi
posa
di-
vistica,
Orietta
Berti
mi
accoglie
nella
sua
bel-
la
villetta
con
un
grembiulino
a
fiori
da
buona
casalinga.
“Certo”,
riprende
“ora
sono
tranquilla,
ma
fino
al-
la
vigilia
della
mia
ultima
apparizione
al
Teatro
delle
Vittorie,
il
23
dicembre
ho
pensato
di
non
poter
par-
tecipare
alle
battute
finali
di
“Canzonissima”,
a
cau-
sa
di
una
brutta
bronchite,
che
mi
ha
costretta
a
let-
to per una settimana”.
Mancando
quasi
tutte
le
primedonne
della
canzone,
questa
“Caznonissima”
non
dovreb-
be sfuggirle... (la stuzzico).
Andiamoci
piano
con
questi
pronostici
e
cerchia-
mo
anche
di
puntualizzare
qualcosa.
Prima
di
tutto,
dopo
un
‘73
piuttosto
deludente
per
me
a
cusa
del-
l’esclusione
dal
“Disco
per
l’estate”,
sarebbe
già
mol-
to
se
riuscissi
s
piazzarmi
tra
i
primi.
Io
sono
quella
che
arriva
sempre
seconda.
La
più
grossa
soddisfa-
zione
in
questa
gara
l’ho
avuta
nel
1969,
quando
so-
no
stata
l’unica
donna
ad
arrivare
alla
finalissima.
Quando
al
rifiuto
di
molte
cantanti
note,
devo
aggi-
ungere
che
non
hanno
voluto
partecipare
a
questa
gara
per
paura
di
qualche
clamorosa
esclusione,
oppure
cercando
la
scusa
di
una
“Canzonissima”
in
tono
dimesso.
Secondo
me,
invece,
“Canzonissima”
va
bene
così,
non
come
negli
anni
scorsi,
quando
noi
cantanti
facevamo
la
figura
dei
bamboccini,
in
secondo piano rispetto agli ospiti di turno.