Nel 1978, a Mosca, mi sono esibita al “Teatro ottobre” per 7 sere, applaudita da 12.000 persone. E’ stato il viaggio più bello della mia
vita; una sera sono venute nel mio camerino quattro ragazze. Erano bellissime. Indossavano gli antichi costumi della regione Ucraina.
Avevano affrontato un lungo viaggio. A tutte ho regalato un mio disco. La sera sono tornate e mi hanno portato doni meravigliosi.
A destra, io e Osvaldo ai mercati generali.
A sinistra, davanti al monumento in memoria del cosmonauta Yuri Gagarin. A destra, con Osvaldo in una piazza di Mosca.
Nella foto a sinistra sono sull’antico selciato della Piazza Rossa, io e Osvaldo ci siamo divertiti a contare le mattonelle di terracotta, ma quando
siamo arrivati 2550 ci siamo fermati, non ce la facevamo più e la Piazza davanti a noi era ancora immensa. La cosa che mi ha più colpito di Mosca
e dei suoi abitanti, è l’ordine. Davanti alle edicole di giornali, ai ristornati, nei posteggi dei taxi, c’era sempre la fila. Tutti aspettavano il loro
turno senza fare i furbi, come invece qualche volta ho visto fare in Italia. Poi mi hanno incuriosito gli alberghi immensi, con migliaia di stanze.
Quello dove alloggiavamo noi, il “Rossia”, ne ha diecimila. Abbiamo visitato anche il villaggio che nel 1980 avrebbe ospitato le Olimpiadi: una
cosa imponente. Il signore che ci accompagnava ha detto: “la palazzina che ospiterà gli atleti italiani la chiameranno “dacia Berti”.
A destra,
Osvaldo davanti al missile che portò Gagarin nello spazio.